Il plantare biocettivo
Questo tipo di dispositivo costituisce la via di mezzo tra un plantare biomeccanico e un propriocettivo. Differisce dal plantare ortopedico in quanto non è rigido ma elastico, il piede viene sostenuto da un arco morbido e non da un ponte, spegnendo molto meno la recettorialità del piede. Allo stesso tempo però non ha nella sua struttura gli stimoli propriocettivi che servono ad informare il cervello tramite i recettori del piede.
Possiamo quindi considerarlo un ibrido con caratteristiche dei due plantari.
Qual è l’obiettivo?
Non far sentire dolore al paziente, soprattutto negli anziani, che non hanno più l’equilibrio, la forza di alzarsi sulle punte o l’equilibrio in monopodalico, di conseguenza la propriocezione viene in secondo piano.
Si tratta quindi di avere un dispositivo in grado di dare il maggior confort possibile, salvaguardando la salute della persona.
In base alla problematica il terapista sceglierà quanto il plantare biocettivo abbia delle note di biomeccanico o propriocettivo.
Quando è consigliato?
Nei pazienti con alcune patologie specifiche come l’artrite reumatoide, il piede diabetico, fascite plantare cronica, piede deformato, alluce valgo grave, neuromi di Morton gravi, grandi spine calcaneari, borsiti croniche o capsuliti.
E’ utile inoltre in tutti quei pazienti con serie problematiche di deambulazione per i motivi più disparati o per tutte quelle persone anziane che soffrono di equilibrio precario.
Qual è il ragionamento che si segue?
Il concetto è molto semplice, si predilige oltre il confort la sicurezza del paziente, ricercando la stabilità, togliendo il dolore e facendo prevenzione ed evitando cadute.
E il biomeccanico invece?
Segue il ragionamento ortopedico, cioè mettere il piede in asse agendo con il sostegno dell’arco plantare.
Si ha un retropiede valgo di 4°? Si mette in asse di 4° senza minimamente pensare alle conseguenze: la perdita di funzionalità recettoriale del piede, che con il passare del tempo si “spegnerà” a livello di propriocezione e diventerà piatto.
Come mai? Il corpo è una macchina intelligente che tende a far sparire tutti i muscoli che non vengono utilizzati, a maggior ragione se sostenuti con un “ponte” sotto il piede.
Come orientarsi allora tra i diversi plantari?
Il plantare propriocettivo è quello da preferire senza dubbio, poiché rieduca il paziente attraverso i riflessi e dopo un certo periodo può essere tolto senza problemi.
Il plantare biocettivo è una via di mezzo come detto sopra, da preferire se il paziente ha bisogno di sostegno, ha delle patologie del piede ma allo stesso tempo ricerca confort e stabilità.
Il plantare biomeccanico è un plantare ortopedico totalmente rigido, da scegliere solo per gravi patologie del piede e su rigorosa prescrizione medica. Crea dipendenza, in quanto sostiene tutta la volta plantare.
Qualche piccolo consiglio:
Mai mettere un plantare biomeccanico ad un bambino, si deve procedere sempre con un plantare propriocettivo e gli esercizi per il piede. Allo stesso tempo, mai mettere un plantare propriocettivo ad un anziano con i piedi “spenti”, in quanto non sarà in grado di sentire la stimolazione.
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